giovedì 3 ottobre 2013

Berlusconi il Grande e i patetici liberti

In quel "Grande" pronunciato a mezza bocca da Enrico Letta di fronte all'ennesimo coup de theatre dell'immortale Silvio Berlusconi, vi si può leggere tutta l'ammirazione, stupita e un po' shockata, del paziente pescatore per la preda lungamente ambita, inseguita, braccata, quella che poi dopo tanto dibattersi sembrava giacere stanca attaccata all'amo e all'improvviso si divincola con un unico, ultimo guizzo, lasciando l'amaro in bocca.

A Berlusconi va dato l'onore delle armi. Politicamente è un uomo finito, tra decadenza e interdizione non può sperare di rientrare nell'agone delle prossime elezioni, questo lui lo sa bene. Forse l'errore è stato ammetterlo davanti ai suoi. Su questo hanno ragione i falchi: chiamali colombe quei "vicinissimi" che hanno approfittato della debolezza del capo per dargli il colpo finale e liberarsi della sua presenza ormai ingombrante!

Ed è proprio vero che la storia si ripete prima in tragedia, poi in farsa: doveva essere un cesaricidio, ma Cesare s'è scrollato di dosso i pugnaletti spuntati dei suoi assalitori e a sembrare anche la vittima. E' sempre stato lui ad alzare i toni, a giocare sporco, a mentire, brigare, imbrogliare, bandendo ogni scrupolo. Agendo sempre per il proprio tornaconto personale. Ma non vi sono nobili ragioni all'origine della ribellione dei servi. Non questa volta: nessuno sta tentando di salvare la res publica dal tiranno.

Questi non sono tirannicidi, sono solo patetici schiavetti che dopo essersi prostrati pubblicamente per anni, hanno tramato nell'ombra per smarcarsi dal padrone e prendere il suo posto. Ora pare abbiano qualche sussulto di dignità, si sentono uomini liberi. Ma lo sono? Ne sono capaci? Sanno pensare da sé, senza che qualcuno gli suggerisca cosa dire e cosa fare? Dovremmo esultare per la nuova destra o il nuovo centro o insomma quello che vorrebbero rappresentare? Ma se non sono stati neanche in grado di prendere la parola durante la riunione "chiarificatrice" indetta dal capo, dove ha parlato solo il capo.

Berlusconi mente praticamente sempre, patologicamente. Ma dice il vero quando sostiene che bisognerebbe sconfiggerlo politicamente: ci hanno provato ieri con l'asse Letta-Alfano-Napolitano, ma questa non si può considerare una vittoria. L'unico modo per liberarsi veramente di Berlusconi è riorganizzare la sinistra e la destra italiana, orfane entrambe di padri nobili, oggi spogliate di valori, intenti e ambizioni, mettere a punto una legge elettorale seria che ridoni al cittadino la facoltà di scegliere i propri rappresentanti e battere il delinquente certificato alle urne.

Lo faranno? No. Allora dovranno rassegnarsi: Berlusconi continuerà ad avere i suoi 10 milioni di sostenitori (per quanto imboscati) e continuerà a influenzare negativamente la vita politica del Paese con il suo potere mediatico fino alla morte. Forse oltre.

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