mercoledì 13 novembre 2013

La bella e le bestie. Una favola, o forse no.

Questa è una storia d'amore e di vergogna.

L'amore di una donna di 28 anni per una politica ormai moribonda e invisa a tutti, che salta sul primo treno per portare un po' della sua grinta e della sua passione in un mondo in cui tutto sembra essere ormai deciso, finito. Che lotta contro ogni probabilità, e vince.

La vergogna di uomini - chi più chi meno rispettabile o rispettato - che perdono ogni dignità avventandosi come lupi sulla carcassa tiepida della vecchia politica.

In occasione del congresso PD, il marcio della politica italiana a livello locale è emerso un po' ovunque. Tessere false, accuse avvelenate, persino - nella città in cui vivo, Crotone - il colmo: l'elezione di due segretari provinciali, uno per Renzi, uno per Cuperlo. Pazzesco.



Il nuovo, il vecchio. Ma non è questione d'anagrafe. Non si tratta di una lotta generazionale. E' la politica vera, sana, che lotta per emergere, per tornare nei cuori dei giovani, dov'è giusto che sia, ma anche di tutti coloro che ancora non si sono arresi alla malagestione, alla corruzione, ai meri esercizi di potere. 

Così Elly Schlein, questa splendida, giovane donna, che non è un'amazzone, una pitonessa, né falco né colomba, e non è neanche una bambolona di quelle che piace tanto invitare nei talk show, ma ha in sé una passione ardente e travolgente che la fa brillare e scalda il cuore di chi la sta a sentire, così Elly, dicevo, ha fatto irruzione nella sede del PD di Lugano, dove aveva saputo che nessuno avrebbe presentato la mozione Civati, e ha tenuto il suo discorso. Era partita da Bologna, era stanca, trafelata, e - come lei stessa ha scritto - era convinta che i giochi fossero già fatti. Si è presentata lì per una questione di principio: dovevano ascoltare anche il progetto di Civati, un progetto di cui anche lei fa parte, come tanti altri ragazzi ugualmente appassionati: poi avrebbero deciso. E sapete una cosa? Ha vinto. 

Sola, in mezzo ad estranei, senza agganci, senza accordi: ha convinto i presenti con la sola forza delle idee, delle parole, dei fatti. 

Io la trovo una storia bellissima, che dà speranza. 

E' questo che ho trovato da quando ho deciso di informarmi meglio su Pippo Civati. La speranza del rinnovamento, l'amore per la politica che vuole risolvere i problemi delle persone e non esserne causa. 

Una coerenza impressionante, nelle parole e nei fatti, anche a distanza di anni. 

Una disponibilità al dialogo, al confronto, mai vista. I ragazzi che coordinano la campagna web per Civati sono su Twitter: tu scrivi, loro rispondono. Sempre. Senti un filo diretto, senti una forza positiva, emergente, pressante. 

Ma che devo dire? Non è che non voglia Cuperlo o Renzi alla guida del Pd, è che voglio Civati. Per una volta sento di non dover necessariamente scegliere fra il peggio e il meno peggio: per una volta sento di poter scegliere il meglio e la cosa più bella è che sento di potermi fidare.

Lo so che non ci si crede, che i politici ci hanno deluso già milioni di volte... ma insieme a Civati (non dietro: insieme) vedo una forza nuova, composta da ragazzi nuovi alla politica e di amministratori competenti ed esperti che hanno scelto lui perché li ha interpellati, ascoltati, ha preso le loro proposte e ne ha fatto un programma organico e credibile.

"La mozione è troppo lunga", è l'unica critica che sono stati capace di muovergli.

Ma quando ascolti Pippo, Elly e gli altri che la presentano, non vorresti finire mai di sentirli, sentire quelle parole di speranza e d'orgoglio.

E io non finirei mai di scrivere questo post, tante sono le cose che vorrei e potrei dire. Quindi mi costringo a porre la parola fine, sperando in un "lieto" fine.



THE END

Anzi no.

THE BEGINNING


mercoledì 6 novembre 2013

La sinistra, quando non ha paura



Quando non ha paura, la sinistra vince. Ce lo ha dimostrato ieri il nuovo sindaco di New York, Bill De Blasio, che ha fatto della lotta alle disuguaglianze sociali il suo cavallo di battaglia. 

Con la sua vittoria, Bill ha sconfessato la convinzione, radicata negli Usa ma ancor di più in Italia, che la sinistra può farcela solo se in qualche modo si sposta al centro. 

Evidentemente, gli americani sanno quello che vogliono. Così quando c'è bisogno di politiche sociali, quando c'è bisogno di sinistra, votano chi propone soluzioni di sinistra. 

Non come da noi, dove il partito che dovrebbe rappresentare i lavoratori, i poveri e gli oppressi, si mette a fare lingua in bocca prima con il centro del viscido Casini, poi con il partito dei furbi che non vogliono pagare l'IMU, il cui leader è peraltro un evasore conclamato.

Sarebbe fantastico se gli elettori di sinistra si scrollassero di dosso finalmente il maleficio tutto italiano di dover scegliere sempre fra il peggio e il meno peggio e si decidessero a votare il candidato ideale, contro tutti i pronostici. 

Vincere è possibile. Restituire una sinistra decente, coraggiosa e responsabile è possibile. Bisogna volerlo. Bisogna agire di conseguenza votando secondo i propri valori e le proprie convinzioni e non seguendo le logiche del marketing mediatico. 

E' possibile.
Le cose cambiano, cambiandole.