giovedì 19 gennaio 2012

Reato di stupidità

Leggo oggi la notizia della chiusura delle indagini riguardo il caso di tre ragazzi che su Facebook avevano aperto il gruppo "Falcone e Borsellino falsi eroi", chiuso a marzo del 2010 in seguito alle segnalazioni di alcuni utenti. Qualora dovessero essere rinviati a giudizio, i tre, rispettivamente 25, 27 e 28 anni,  risponderanno davanti ai magistrati di Palermo di istigazione a delinquere e diffamazione aggravata. 
Gli indagati, celati dietro gli pseudonimi di "Stella della senna", "Jan Morpheus VII" e "Andrea Gaido Natalizio", avevano diffuso nel social network molteplici insulti alla memoria dei due giudici antimafia, corredati da immagini poco edificanti (fra le altre, una di Falcone fotoshoppato con un occhio nero e la scritta BANG sul petto) e commenti contro le loro origini meridionali: "Due terroni in meno". 
A mio modesto parere, la faccenda si concluderà con un nulla di fatto, perché - mio malgrado - nell'intera legislazione italiana non è previsto il reato di stupidità, tanto meno quello di ignoranza. La libertà di pensiero e quella di espressione invece - e qui devo dire per fortuna - vengono garantite dalla Costituzione, per quanto stupido possa risultare il pensiero espresso. 
Ignorare gli ignoranti, questa è la giusta pena, il contrappasso. Trattare gli stupidi da stupidi. Il che dovrebbe valere - va da sé - in ogni ambito della nostra vita, non soltanto online. 
Imparare a riconoscerli sarebbe un buon allenamento... ad esempio per non ritrovarcene pieno il Parlamento.

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