mercoledì 25 gennaio 2012

Quando il Paese si muove

Strano. Stiamo vivendo una stagione singolare: ogni giorno ci propone una metafora, come se il caso e la natura avessero deciso di farci aprire gli occhi sulla disastrosa situazione italiana. 
Prima c'è stato il maltempo, le esondazioni, il fango. 
Ultimamente il naufragio della lussuosa nave da crociera, con i suoi ricconi, gli pseudo-vip, la gente comune con ancora in tasca i cocci del salvadanaio, i lavoratori, gli sfruttati. Tutti in pericolo, tutti sulla stessa barca. Oggi il terremoto nel nord Italia. Che sia il rombo dei motori dei tir in marcia?
Dopo decenni di immobilismo, qualcosa sta cambiando. 
Il Gattopardo fiuta l'aria, ha paura. Tutti siamo spaventati nel Paese del "nessuna nuova, buona nuova".
Eppure sapevamo che sarebbe successo. Che doveva succedere. 
Dal mio personale punto di vista le proteste dei lavoratori e degli scontenti sono giuste e sacrosante; compito dei media è diffonderle e amplificarle perché le loro voci giungano al governo, il quale a sua volta ha il dovere di tenerle in considerazione e agire di conseguenza, cercando il giusto compromesso. Approvo le forme di protesta intelligenti, misurate, puntuali; comprendo anche le più becere, sebbene le ritenga più dannose che utili alla causa; sono felice che la stampa stia faticosamente riprendendo la sua funzione di cane da guardia dell'informazione; sono grata che esista il web, sebbene non sempre usato nel modo migliore. 
Tuttavia per ora non credo sia corretto tracciare un bilancio sull'operato del governo. 
Ci sono stati degli errori, fisiologici quando ci si occupa di questioni così delicate, ma va comunque apprezzato l'impegno. 
Mi aspettavo sconquassi sin dai primi giorni d'insediamento e resto perplessa a guardare stormi di anime candide cadere dalle nuvole, come se Monti o chi per lui (ci fossero anche state le elezioni), avessero la bacchetta magica per risolvere le famose "annose questioni" italiane nel lasso di un'ora o due.
Sarà che sono un'inguaribile ottimista, ma non vedo un reale pericolo nelle liberalizzazioni, quanto una seria opportunità di crescita (fra tutte le proteste a riguardo, condivido unicamente quella dei tassisti, per i quali e insieme ai quali in ogni caso credo si possa studiare una soluzione). 
Per me questo governo ha attualmente all'attivo tre grandi meriti: l'aver ricondotto l'attenzione dell'opinione pubblica su temi tecnici; l'aver inaugurato una serrata lotta all'evasione (che non si mette in pratica  necessariamente introducendo nuove leggi, ma molto semplicemente vigilando su quelle già in vigore, per quanto sicuramente migliorabili, e soprattutto criticandola pubblicamente ed aspramente: non vezzeggiandola e giustificandola come eravamo abituati a subire); infine l'aver focalizzato l'obiettivo primario di risanare il bilancio, premessa fondamentale per far partire la ricostruzione. 
Staremo a vedere. 
Intanto il Paese inizia a muoversi. In tutti i sensi. 



Nessun commento:

Posta un commento